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A metà degli anni 90, quindi non due secoli fa, alcuni insegnanti mi dicevano che non avevo voglia di studiare, altri facevano capire poco velatamenteche ero scemo (salvo poi restare di sasso quando in alcune materie le mie performance erano migliori dei più bravi della classe). Un prof di matematica, quando mi chiamava alla lavagna, mi chiedeva sempre: ma come fai a non capire questa roba e a capire Kant? Una volta gli dissi: perché per me Kant è facile, questa roba per me invece è arabo, non ci capisco un cazzo!

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D'accordo su tutto, ma a onor del vero, nell'arco di circa tre anni di medie, ho incontrato diversi genitori che mi hanno suggerito di far fare una certificazione a mio figlio per facilitargli lo studio "come abbiamo fatto noi", senza averne necessità. Forse Galimberti si riferiva ai troppi genitori che cercano di semplificare la vita ai figli e ad alcune istituzioni non del tutto oneste.

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Grazie Roberta, anni fa con la psicologa clinica Alba Marcoli ne abbiamo lungamente parlato nel gruppo delle " mamme arrabbiate"

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quando facevo le elementari, anni 40-50 in ogni classe c'erano scolari che avevano ripetuto tutti gli anni, arrivavano in quinta a 14 anni e poi venivano licenziati perchè andassero a lavorare. L'avviamento era già per i più bravi. Povera gioventù!

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3dModificato

I "filosofi" di indirizzo continentale italiani hanno il vezzo di trarre conclusioni filosofiche da aspetti del significato delle parole contingenti da un punto di vista concettuale come l'etimologia, e a volte partono anche da etimologie sbagliate.

LA VERGOGNA DI PARLARE SENZA VERGOGNA di Tullio De Mauro (l’Unità, 03.01.2010)

https://archive.org/details/unita_2010-01-03/page/n14/mode/1up

Per tacere di una certa attitudine "mimetica" del nostro...

https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-07-13/luomo-apriva-tutti-festival-170925.shtml?uuid=AaltXonD&refresh_ce=1

https://books.google.it/books?id=t6NOYgEACAAJ&printsec=front_cover&redir_esc=y

https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Galimberti#Violazione_dei_diritti_d'autore

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Grazie dottoressa. Io credo che ogni conquista culturale, sociale, medica che ci aiuta ad aiutare chi ha più difficoltà sia benvenuta. Sia la vera declinazione della parola "civiltà"

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Una mia amica, che ti legge da quando tempo fa le girai una tua newsletter, stamattina mi ha scritto "ringrazia tantissimo la tua amica dottoressa Villa." Ha avuto le diagnosi di ADHD e autismo poco fa, a 50 anni suonati. Sta molto male, dopo una vita vissuta a colpi di antidepressivi, ma almeno adesso qualcuno ha ascoltato e correttamente interpretato i suoi sintomi.

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Rileggendo qualche anno fa "Cuore" ai miei figli ho scoperto che quasi tutti usano "maestrina dalla penna rossa" come simbolo dell'insegnante pignola e rigida del passato...pensando che la penna rossa sia una penna dell'inchiostro rosso. E invece...era una piuma sul cappello di una maestrina che si faceva in 4, anzi in 16, per i suoi ragazzi.

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nessuno più legge Cuore e pensare che io l'ho letto e riletto ma ho 82 anni e non avevo nè radio, nè tv nè tantomeno cellulare

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Grazie grazie e ancora grazie e complimenti

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Grazie per quest’articolo,per me fare diagnosi di ADHD per uno dei miei figli 20 anni fa non è stato facile da accettare perché a casa nostra c’era una competizione scolastica tra fratelli e cugini e capisci il problema se non ci stai dentro. I ragazzi che soffrono di disturbi dell’apprendimento o ADHD generalmente si vergognano della loro situazione. Magari i genitori cercano di agevolarli in tutti i modi ma i loro in genere si sentono giudicati dai compagni, mio figlio si vergognava a prendere il farmaco a scuola

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Da studente di elementari e medie, a cavallo fra gli anni 60 e 70, ricordo diversi compagni che oggi sarebbero stati diagnosticati come dislessici o discalculici o ADHD.

Quaando ho iniziato a insegnare, fine anni 80, di queste problematiche ancora non si parlava o lo si faceva pochissimo.

Oggi, c'e' molta più conoscenza e quindi più attenzione per chi ha bisogno di un aiuto particolare, ma c'è anche effettivamente il rischio che vengano diagnosticati ragazzi che in realtà non hanno reali difficoltà, ma magari hanno solo sbagliato la scelta del percorso scolastico.

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